L’attrezzatura “base” per la pesca a mosca in Patagonia


Pesca a mosca in patagonia

Questo breve articolo vuol essere una presentazione dell’attrezzatura essenziale per affrontare la pesca a mosca in Patagonia.

Le canne

I punti che andranno presi in considerazione per le scelte da effettuare, non sono poi molti, ma sono sicuramente essenziali. Il primo fattore da tenere presente, è che spesso il pescatore si troverà a lanciare in condizioni di vento, talvolta anche molto forte; questa situazione genererà difficoltà nel lancio e purtroppo, rischio per l’attrezzatura. Frequente in chi non è abituato a certe condizioni atmosferiche, è la perdita del controllo della coda e il conseguente scontro della mosca con la vetta della canna … questo può essere fatale per qualsiasi modello di canna. Un’altra condizione da considerare è che quasi sempre si pescherà in un ambiente selvaggio, dove gli spostamenti avvengono in zone prive di sentieri battuti e talvolta, da barche, durante le discese dei fiumi: chi ha una buona esperienza di pesca, sa quanti rischi di caduta o di piccoli incidenti ci sono in queste condizioni; danneggiare irreparabilmente la propria attrezzatura può avvenire in un attimo. Sarà quindi opportuno, se si dovesse procedere ad acquisti mirati di canne per questa destinazione, indirizzarsi verso canne in bambù dotate di doppia vetta oppure, per le canne in grafite, verso quelle marche che offrono una garanzia anche per i danni accidentali, con solo piccoli contributi di spesa per la sostituzione dei pezzi danneggiati.

Le canne in bambù

La scelta della canna in bambù, ideale per la patagonia, è molto più difficile rispetto a quella grafite. Purtroppo non si potrà optare per la classica 9’0 # 6: il bambù stesso con cui è costruita la nostra canna impedisce la realizzazione di attrezzi di questa lunghezza, a meno di non voler creare oggetti dall’azione di lancio anacronistica, fuori dal tempo e lontana dalle tecniche di lancio attuali.

Canna in bambù per la Patagonia

Si avrà quindi la difficoltà di dover scegliere tra taper (profilo della canna in bambù), la cui lunghezza sarà compresa tra i sette e al massimo gli otto piedi. Probabilmente i taper di sette piedi e sei, sono la misura ideale perché permettono di creare una canna con un’azione potente e progressiva, ma sufficientemente leggera per non affaticare eccessivamente il braccio del lanciatore nelle lunghe giornate di pesca patagoniche. Un’altra caratteristica fondamentale che dovrà avere la canna sarà la capacità di saper contenere la forza di grosse e potenti trote, le cui fughe mettono spesso in crisi anche le canne in grafite. La costruzione in tre pezzi consentirà il trasporto all’interno della valigia, nelle venti ore minimo di viaggio dall’Italia alla Patagonia. Anche per le canne in bambù sarà importante partire con una canna a due vette, che in caso di rottura di un cimino, permetterà di continuare a pescare.

Tra le mie canne consiglio sia la “Patagonia” 7’ 3 # 6 della serie “W.B.H.”, nata proprio per la pesca in Patagonia e testata ormai da parecchi anni, anche su grosse trote, sia le nuove canne della serie “Allround” (derivate dalla serie W.B.H.) specificamente nei modelli “Standard” e “Globetrotter” di 7’3″ e 7’6 per coda 5/6.

Le canne in grafite

La canna “centrale”, tra quelle in grafite, per le acque patagoniche è senza dubbio la 9′ # 6. Questa canna allround andrà scelta tra quelle (di questa Canna in grafite per la Patagoniadimensione e potenza) che offrono un tip abbastanza delicato da lanciare una grande varietà di secche (dal 16 fino all’amo n° 8/6 …) e un butt sufficientemente potente da lanciare agevolmente streamers durante le flottade con un solo falso lancio: le canne da mosca che offrono veramente queste caratteristiche non sono molte …  le canne delle linee di punta di Thomas & Thomas, Winston, Sage e Scott non avranno problemi ad affrontare le acque pategoniche. Considerando il grande utilizzo che si fa di questa misura di canna suggerisco di averne una di scorta: una Temple Fork Outfitters modello BVK (www.tforods.com), sarà un ottimo compromesso tra prezzo e prestazioni.

Oltre la 9′ # 6 serviranno altre 2 canne: una 9′ # 5 e una 9′ # 8. La canna più leggera andrà bene per quelle giornate senza vento, dove si pescheranno corsi d’acqua tipo Malleo, quasi esclusivamente a mosca secca o a ninfa a vista. La 9′ # 8 invece, sarà l’attrezzo ideale per le giornate in cui si pescherà a streamer magari usando anche code affondanti tipo Teeny T200 o simili. Per quest’ultima canna da mosca, visto il “rustico lavoro” che dovrà affrontare, consiglio una canna della fascia media delle aziende sopra menzionate: si risparmierà un po’ di denaro, utile per le altre parti della nostra attrezzatura.

I mulinelli

I mulinelli della ditta americana Ross Reels, sono i miei preferiti, soprattutto per la resistenza e il peso molto ridotto. Queste caratteristiche sono molto importanti quando si pescano molte ore al giorno e soprattutto quando si usano canne di peso molto leggero, altrimenti facilmente sbilanciabili. Per la canna coda 5 e coda 6 consiglio senza ombra di dubbio il modello Evolution LT nelle misure 1,5 o 2  (www.rossreels.com). Il fatto che per due misure di canne (#5 e #6) si possa usare lo stesso mulinello fa si che si possano portare con se due mulinelli completi perfettamente intercambialbili. Questo, a differenza della conformazione di un solo corpo e due bobine, permetterà di avere sempre la possibilità di pescare, scongiurando anche il guasto sul corpo del mulinello, che nella conformazione con due bobine e un corpo, impedirebbe il proseguimento della pesca. Per la coda 8 andrà benissimo lo stesso modello nella misura 4: con una capacità di 150 mt. di backing oltre la coda WF8, sarà adatto ad ogni situazione.

Altra attrezzatura

Oltre alle canne ed i mulinelli, il campo riguardante code, finali, waders, abbigliamento, etc., è di solito frutto di scelte abbastanza personali. Comunque Pesca a mosca in Patagoniaalcune indicazioni generali possono risultare utili, soprattutto affrontando ambienti selvaggi, che mettono alla prova tutto, compreso noi stessi.

Su code e finali ognuno farà le sue scelte personali, ma si dovrà tener presente nella scelta dei tippet (parte terminale del finale … in pratica dove si legherà la mosca …), diametri di solito inusuali per i pescatori europei: per pescare a secca partendo dallo 0,175 (4x) si dovrà arrivare fino allo 0,25 (1x), mentre per la ninfa, e soprattutto lo streamer, si dovrà arrivare tranquillamente fino allo 0,35.

Un’altra componente importante del nostro equipaggiamento saranno i capi d’abbigliamento tra i quali (visto il tempo che li terremo indossati …) includo gli waders. L’abbigliamento dovrà comprendere, anche se il periodo del nostro viaggio sarà estivo, una buona giacca da pioggia traspirante, un pile pesante, un pile gilet, e soprattutto ottimi waders. Questi ultimi oltre che traspiranti dovranno essere anche robusti per esistere, per quanto possibile, a punture di rovi e in generale, all’intenso stress a cui li sottoporremo. Ottimo rapporto qualità prezzo lo si riscontra negli waders della ditta neozelandese Riverworks (www.riverworksflyfishing.com), oltre che nei testatissimi  Simms Headwaters in Goretex (www.simmsfishing.com) e nei Patagonia Skeena River (www.patagonia.com).

Doppio cappello con tesa, di cui uno con para orecchie, doppi occhiali polarizzati, crema solare e burro di cacao completeranno la nostra attrezzatura tecnica.

San Martin de los Andes (Patagonia), 06-02-2017

Simone Falchini