La Loue al Moulin de la Piquette – Giugno 2005
Ripensare al viaggio di pesca su La Loue al Moulin de la Piquette (France Comtè), è come ricordare una evento accaduto molti anni fa. Sarà forse per le tante volte che ci ho ripensato oppure perché in un solo anno e mezzo, si è già conquistato un posto rilevante nei miei ricordi, oggi è comunque tra i luoghi che considero mitici per la pesca a mosca.
Descrivere l’atmosfera che si respirava al Moulin de la Piquette è molto difficile da spiegare e non è detto che alla fine di questo racconto ci sia riuscito.
Il Moulin de la Piquette, oggi chiuso dopo la morte avvenuta in agosto 2005 di Monsieur Gatez (il proprietario), era una delle destinazioni classiche della pesca a mosca europea. Era nel Gotha di quei luoghi dalle liste d’attesa infinite, dove senza una buona presentazione, difficilmente si accede. Fortunatamente il mio carissimo amico francese Arnoud Bizot abita a pochi chilometri da Besancon, una delle cittadine più importanti dei dintorni, e tramite la sua organizzazione, siamo riusciti a prenotare una settimana nel periodo migliore dell’anno: la seconda settimana di giugno.
Dopo un viaggio di oltre 10 ore, una in più del solito per la chiusura temporanea del Tunnel del Frejus, finalmente siamo attivati alla Piquette. Si trattava di una proprietà privata includente una sponda della Loue, di una lunghezza di 4/5 chilometri. In questo tratto di fiume, per la precisione la riva orografica destra, era ammessa tassativamente la sola pesca a mosca secca. In questa zona la Loue scorre incassata in un canyon: questa particolare morfologia fa avere alla zona in questione un particolare microclima, di 4/5 gradi più freddo della zona circostante. E’ per questa ragione che il prime time alla Piquette èra la metà di giugno, quando le temperature iniziano ad essere quasi estive.
Monsieur Gatez aveva organizzato il soggiorno alla Piquette finalizzando alla pesca tutti i ritmi della giornata: al mattino pesca da un’ora prima dell’alba fino alla prima colazione alle ore 09:00. Poi pesca fino alle 12:30, quando era prevista la pausa per il pranzo. Dopopranzo Gatez consigliava un sonnellino di un’oretta e poi pesca fino alle 18:00, quando personalmente, con il suo furgoncino Citroen verde militare, recuperava i pescatori lungo la riserva, per l’aperitivo e la cena. Terminato il pasto attorno alle 19:30, si tornava a pescare fino a buio inoltrato, pescando alla luce della luna, vedendo le bollate controluce nel riflesso sull’acqua. Era proprio quando ormai non c’era più luce che le catture si facevano più frequenti e interessanti, in termini di dimensioni e qualità dei pesci: le famose ed imprendibili fario zèbre della Loue.
Incredibili erano anche il vitto e l’alloggio del Moulin de la Piquette. Si trattava di un antico cottage in pietra, arredato con antichità, circondato d’alberi d’alto fusto, inserito tra i prati e la riva del fiume. Durante i pasti, formaggi, fois gras, vini eccezionali tutto di primissima qualità, completavano un’esperienza di pesca assolutamente unica e irripetibile.
Ricordo con grande piacere d’aver conosciuto quella delizia del vero formaggio Comté (che prende il nome da questo angolo di Francia dove viene prodotto) e la Mouches d’Ornans, un’imitazione giallina di effimera che pare risalire direttamente a De Boisset, assolutamente necessaria in queste acque.